L’assedio di Padova nel 1509 da parte dell’Imperatore Massimilano I (Lega di Cambrai) mise a dura prova la difesa muraria carrarese. Tutta la città lavorò per rinforzare le mura adattandole alla difesa contro un nuovo tipo di attacco: non più mura alte e sottili; ma basse, rinforzate da terrapieni e scandite da bastioni.
La nuova cinta muraria sarà lunga 11 chilometri e attorno ad essa verrà realizzato il guasto, cioè un’area vuota, praticamente rasa al suolo, vero campo di battaglia. Nonostante il terribile assedio Massimiliano I non riuscì a penetrare nella città. Simbolo della resistenza dei padovani divenne “la gatta”; sembra infatti che in segno di oltraggio venisse calata una gatta dal bastione di Codalunga, noto come bastione della gatta.
“Su, su su chi vuol la gata Vengi innanzi al bastione, dove in cima d’un lanzone la vedeti star legata”
Si narrò che il condottiero Citolo da Perugia avesse alzato sul bastione murato, che ebbe poi il suo nome, una gatta legata in cima ad una lancia. Costume antico guerresco a sfida e motteggio del gatto, la macchina da guerra degli assalitori. Rimase la gatta in rozza scultura come esaltazione della vittoria contro l’imperatore tedesco.
(da una ricerca di Maria Teresa Sivieri)